Il bendaggio funzionale è una tecnica di immobilizzazione parziale il cui obiettivo è quello di limitare i tempi di guarigione: un’articolazione viene messa in scarico e quindi protetta rispetto alla direzione di movimento patologica e dolorosa.
Questo tipo di tecnica, che viene messa in pratica mediante l’applicazione specifica di cerotti adesivi e bende, è stata introdotta in ambito fisioterapico e messa a punto da un team di ricercatori statunitensi negli anni sessanta.
In sostanza, si tratta di un presidio di contenzione dinamica utile e pratico.
In concreto, esso impiega bende adesive, inestensibili ed estensibili a seconda delle esigenze, che combinate opportunamente consentono di proteggere in maniera ottimale le singole strutture legamentose, tendinee e muscolari senza che l’articolarità fisiologica risulti limitata.
Occorre precisare che il confezionamento e la preparazione di un bendaggio funzionale rappresentano sempre la conseguenza di una decisione medica.
Tali operazioni, dunque, possono essere consigliate in seguito a una lussazione o a un trauma distorsivo, oppure come soluzione per una micro-frattura o una lesione muscolare; vi si può ricorrere, inoltre, in presenza di gonfiori evidenti ed edemi.
Tra le proprietà rivestite dal bendaggio dinamico va segnalata senza dubbio un’azione meccanica, cui si aggiungono un’azione propriocettiva, un’azione fisiologica e il cosiddetto effetto cerotto, che svolge una funzione esterocettiva.
I bendaggi funzionali ad azione preventiva, sono impiegati per allenamenti e gare con la finalità precisa di proteggere le strutture più vulnerabili (anche solo potenzialmente) rispetto a sollecitazioni specifiche, dovute a difetti acquisiti o congeniti, instabilità croniche, difetti di portamento, carichi iterativi con effetti cumulativi e lesivi.
I bendaggi propriamente terapeutici vengono impiegati per trattare lesioni micro-traumatiche croniche o traumatiche acute per le quali il danno patologico e anatomico è assente o comunque contenuto.
Infine, i bendaggi riabilitativi svolgono una funzione essenzialmente di recupero: favoriscono la ripresa della coordinazione motoria e della vigilanza propriocettiva, fondamentali per far sì che la persona si trovi nella miglior condizione di forma possibile.
Una persona dotata di bendaggio, infatti, riesce a ritrovare con maggiore facilità quel senso di sicurezza fondamentale per una vigilanza soggettiva superiore e un rendimento atletico più elevato. Il ruolo anti-flogistico e antalgico, invece, è strettamente connesso al riposo funzionale che sulla struttura lesa viene prodotto dal bendaggio.
Anche in questo modo, il ripristino della condizione fisica e il ritorno alle normali attività vengono resi più veloci.
Avvertenze
Il bendaggio, che non può essere assolutamente bagnato, solitamente viene rimosso dopo un periodo di quattro o sette giorni, durante i quali comunque è possibile svolgere le consuete attività quotidiane. E’ preferibile evitare di conservare il bendaggio per più di dieci giorni: in caso contrario si rischia di dare vita a fenomeni di irritazione della pelle, con conseguenze potenzialmente piuttosto fastidiose. Prima della posa delle bende, la cute deve essere preparata in maniera adeguata depilandola per migliorarne l’adesività.