TRIGGER POINT
I TRIGGER POINT sono aree dolorose che manifestano il loro potenziale a distanza.
Sono i responsabili della cosiddetta sindrome miofasciale caratterizzata da un circolo vizioso di dolore/spasmo muscolare che può perpetuarsi per lungo tempo, impedendo al muscolo di assumere la normale lunghezza di riposo. Il punto dove si forma il dolore è chiamato “zona di riferimento” e il punto “Trigger” può essere situato all’interno di questa zona oppure lontano.
I punti Trigger possono essere: attivi che evocano un dolore uguale a quello di cui in soggetto soffre, oppure latenti che pur essendo dolorosi non danno luogo a dolore spontaneo nella persona.
I punti Trigger si dividono in:
- principali
- satelliti o secondari
- silenti
Il Trigger Point principale è generalmente l’obiettivo del trattamento.
Il muscolo dove è presente un Trigger Point è spesso ipertonico e presenta una reazione alla contrazione o ad un eccessivo stiramento, spesso si attivano con uno sforzo meccanico.
Al tatto sono riconoscibili come una porzione circoscritta di muscolo o fascia simile ad un nodulo, indurita e dolente alla palpazione.
Le cause della loro attivazione sono svariate: trauma, usura, tensioni, stress, sport, lesioni radice nervosa, intossicazione…
Essi si manifestano ovunque e soprattutto nelle aree di maggiore stress meccanico come ad esempio a livello di collo, spalle e parte inferiore della schiena.
Sintomi che possono far pensare a Trigger Point attivi sono: l’allungamento attivo e passivo del muscolo aumenta il dolore, l’allungamento passivo è limitato, alla palpazione il muscolo è contratto, deficit di forza del muscolo colpito…